Berlusconi e l'accordo con la Cina

In questi giorni il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha sbandierato orgogliosamente l'accordo commerciale con la Cina che dovrebbe portare in pochi anni a raddoppiare l'interscambio con il paese asiatico. Tutte belle cose, di grande impatto mediatico ma quanto costerà al popolo italiano questo accordo e soprattutto di questi 100 miliardi quanti andranno a beneficio del nostro paese? Ben pochi credo, visto che la maggior parte delle aziende italiane coinvolte hanno stabilimenti in Cina, in compenso l'accordo aprirà le porte alla più grande immigrazione straniera che il nostro paese abbia mai avuto. Già ora l'Italia è il maggior concessionario di visti ai cittadini cinesi, con un accordo della portata di quello siglato in questi giorni non avremo certo più il coraggio, ammesso che ne abbiamo mai avuto, di respingere cittadini cinesi che immigrano anche clandestinamente sul nostro suolo. Qualcuno ha mai sentito parlare di rimpatrio di cittadini cinesi? Beh...tanto meno lo sentirà nei prossimi anni. Berlusconi ha consegnato tra le spire del gigante cinese il nostro paese, sbandierando al  contempo di essere il governo che ha contrastato l'immigrazione solo per aver siglato un accordo capestro con la Libia, che ora alza la posta.
L'immigrazione è stato sempre il cavallo di battaglia della destra, il motivo per cui la metà dei suoi elettori lo preferisce alla sinistra. D'ora in poi questi elettori ci pensino bene e soprattutto osservino le persone che girano per le strade piuttosto che credere supinamente ai proclami. Sull'altare della "Ragion d'impresa" abbiamo aperto le frontiere a cinesi e indiani che rappresentano mercati da 2 miliardi e mezzo di clienti. Non si possono certo scontentare i loro governi con i respingimenti, per quello bastano quattro sfigati di africani per fare contento il popolaccio elettore.