Sarebbe riduttivo considerare il duello tra Fini e Berlusconi solo un “affare italiano”, una di quelle tante scaramucce a cui la politica italiana ci ha abituato. L’appartenere all’Unione Europea e, in particolare, all’Eurogruppo, ovvero l’insieme degli stati che hanno aderito all’Euro, ci impone un comportamento un po’ più serio e responsabile. Certo qualcuno può anche rimpiangere comportamenti spregiudicati della cosiddetta prima repubblica (ma che abbiamo già visto scongelati nella seconda) e in virtù di questa nostalgia avere pulsioni agocentristiche, ribaltatorie e ricattatorie come ai bei tempi. Oggi però è molto più pericoloso. Siamo costantemente, profondamente, invasivamente sotto osservazione sia a livello europeo che a livello internazionale. Le agenzie di rating e non solo non ci perdonerebbero il ritorno ad ammucchiate informi e incomprensibili, pena un declassamento che ci costerebbe amaro e caro a livello di rifinanziamento del nostro debito. Volete farci fare la fine della Grecia? Allora continuate pure, con la speranza che gli elettori capiscano al momento opportuno chi castigare per questo comportamento.
Restano tuttavia sullo sfondo due grosse questioni morali.
In questi giorni sono volate parole grosse, alcune delle quali non si possono considerare aria fritta.
La prima ovviamente riguarda la casa di Montecarlo, la seconda, evocata dall’On. Briguglio, riguarda la casa di Arcore. Per entrambe, da privato cittadino e, immagino, a nome di tutti gli italiani e non solo, chiedo maggiore chiarezza. Vorrei capire come stanno realmente le cose.
Per ora e fino alla prova del contrario, penso che sia Fini che Berlusconi sappiano chiarire la loro posizione ma sollecito anche chi di dovere ad indagare per diradare queste ennesime nubi sui nostri uomini politici, oltretutto al Governo.